mercoledì 8 gennaio 2020

Un pesce bollito

L'idromassaggio è per i cultori del relax, non per tutti.
È per chi arriva nella spa con quell'aria soddisfatta di chi già pregusta il piacere mentre osserva l'acqua scoppiettante e si gode il rimescolio anche mentre ci infila un piede. È di chi si immerge completamente, per sentirne i benefici fin sulla testa. È di chi ci si sdraia dentro, ad occhi chiusi, rilassandosi del tutto, tanto da arrivare quasi ad addormentarsi, o di chi vi si adagia lasciando libero il pensiero, fino a trovare l'ispirazione per il proprio lavoro o per risolvere le piccole noie quotidiane. 
I cultori passano per tutte le zone della vasca; dal "pentolone" dove si sta in piedi, alla "griglia", dove ci si sdraia supini o proni e le bollicine solleticano la pelle a pelo d'acqua. Oppure nella parte "salotto", dove si sta seduti e quindi si è portati a stare più vigili, più aperti agli altri, non tanto per chiacchierare ma semplicemente osservare gli altri, o l'esterno se si ha la fortuna di avere una vetrata sulla natura. Questa sarebbe la mia zona preferita se io fossi un'animale da idromassaggio, invece di resistere per un tempo brevissimo. Immaginate una bella vasca grande, con varie persone che la abitano nelle diverse possibilità, immerse nelle loro rilassanti fantasticherie che si sorridono o si ignorano beatamente. Poi, arriverei io, dopo una lunga nuotata nella piscina olimpionica, perché prima di rilassarmi avrei bisogno di stancarmi adeguatamente. 
Al confronto sentirei l'acqua caldissima e la mia pelle cominciare a friggere, rimescolare come l'acqua che mi prurigina attorno. Quel movimento continuo intorno a me non mi darebbe quel senso di pace che gli altri riescono a cogliere, tutt'altro, mi riempirebbe di energia, mi attiverebbe ancora di più, i centri nervosi. Allora non riuscirei a non muovermi e a non diventare insopportabile e ansiogena anche per chi mi sta intorno. 
I pesci, non devi metterli in pentola, vivi.

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