martedì 29 gennaio 2019

Si fa teatro?

Si fa teatro quando neanche l'inverno riesce a spegnere la voglia di osare, mettersi in gioco e lavorare in gruppo per creare qualcosa di bello e rendere le giornate degne di essere ricordate. Si fa teatro quando neanche la fatica degli impegni quotidiani impedisce di ritrovarsi a giocare con altri adulti, più o meno, sconosciuti. Si fa teatro per imparare a stare, soli, davanti agli altri, o insieme, che è più difficile, per quella disabitudine all'ascolto reciproco di questi tempi frettolosi. Si fa teatro per capire chi siamo e come ci piace essere. Si fa teatro perché è dannatamente prezioso quello che ti porti a casa da un'esperienza così forte.
Grazie che si fa teatro.






giovedì 3 gennaio 2019

Io sono Jo.

Mi sembra egoistico parlare del personaggio che preferisco di "Piccole donne" solo perché è uno dei primi che ho letto e ho amato e in cui mi sono identificata da subito. Ma questo è il mio blog quindi bando alla finta democraticità e via con la passione. Si, Jo è la passione fatta ragazza nella famiglia March, è spinta vitale che soffre le convenzioni sociali e l'imprigionamento dell'individuo in una rigida etichetta. Riesce ad esprimere se stessa attraverso il linguaggio, il movimento, l'energia che spande attorno. Solo per l'amore che prova per la sua famiglia cerca di imbrigliare il suo temperamento ribelle e burrascoso. Vive nella seconda metà dell'ottocento, ma é come se vivesse anche oggi, sono cambiate forme e valori della gioventù, ma non i sentimenti e i contenuti. Rileggere dopo quasi quarant'anni questo libro mi ha riportata ai sogni e ai desideri di quell'età che avevo quasi dimenticato, pur essendosene avverati alcuni. Ho raccolto descrizioni qua e là per dipingerne un breve ritratto:

"Mi chiamo Josephine March ma preferisco essere chiamata Jo. Amo fischiettare con le mani in tasca e amo i giochi, le attività e le maniere dei ragazzi. Invece non sopporto le mocciose tutte lezi e smancerie e mi viene l'orticaria al pensiero di dover crescere e diventare miss March; portare vestiti lunghi e stare tutta rigida e impettita come un astro della Cina.
Per la mia mamma, che mi vuole tanto bene, io sono la sua ragazza coraggiosa, sempre pronta ad aiutare e tenere allegro chi ho intorno.
Tutti dicono che dovrei smettere gli atteggiamenti da maschiaccio e iniziare a comportarmi come si deve ma per me è abbastanza seccante essere una ragazza. Poi, nella lettera del papà che ci è arrivata ieri dal fronte dov'è in atto la guerra civile, lui assicura che non vede l'ora di tornare a casa e che sarà sempre fiero e pieno d'amore per le sue "piccole donne".
Allora dovró cercare di esserlo una "piccola donna", come gli piace tanto chiamarmi, e non un ragazzaccio selvaggio e sgarbato e faró il mio dovere qui, invece di voler essere altrove anche se so che domare le mie effervescenze tra le mura domestiche sia un compito ben più arduo che fronteggiare due o tre ribelli del sud.
Bé, io sono Jo, e non saró mai nient'altro".