mercoledì 28 novembre 2018

L'educazione

Quest'anno a scuola, la parola chiave è "educazione", cos'è per noi, cosa significa, come ci rapportiamo ad essa. E come spesso succede, quando si parla di qualcosa, la si ritrova ovunque; io mi sono trovata in mano questo libro di Tara Westover. Una storia reale, di crescita e rinascita, coinvolgente ed agghiacciante nella sua crudezza. Una ragazzina nata in una famiglia numerosa di mormoni che si attengono fedelmente ai dettami della loro dottrina. Anche troppo fedelmente se questo li porta alla sottomissione femminile, alla mancanza di igiene e di cure mediche, al rifiuto del sistema scolastico e all'accumulo di beni di consumo in modo compulsivo in attesa di una presunta, imminente, fine del mondo.

"Cosa deve fare una persona, si chiede la protagonista, quando i suoi doveri verso la famiglia, si scontrano con altri doveri, verso gli amici, la società, verso se stessi?"

Le opzioni sembrano essere due sole; abbandonare la famiglia o abbandonare il mondo reale.
Tara, questo il nome della nostra eroina (in nomen omen) cerca di affrancarsi dalla sua soffocante quotidianità e dal manifestarsi di sempre più numerosi episodi di violenza da parte di un fratello, al sopraggiungere della sua pubertà.
I genitori sembrano non accorgersi di niente, troppo indaffarati ad ascoltare le parole di Dio per poter ascoltare quelle dei loro figli, soprattutto di una femmina.




Tara si sente sbagliata perché donna, perché ha voglia di studiare e di allontanarsi, alla violenza fisica è subentrata quella psicologica, la vittima viene portata a credere di essere la parte cattiva della storia, la rovina della finta serenità famigliare.





sabato 3 novembre 2018

Se muore il muratore

Se muore il muratore
sarà certo un incidente
non si può proprio incolpare
chicchessia, o qual committente.
Sarà stato un pò sbadato
a scontentare il suo cliente.
Ma chi avrebbe mai pensato
che ragioni non ne sente
chi da lui è stato gabbato
e delle ingiurie non si pente!
Il muratore ha lavorato
questo non si può negare,
ha però dimenticato
cosa gli han chiesto di fare.
Non è colpa di nessuno
se è caduto dalle scale
il suo grido ha udito alcuno
quando è rovinato male.
E se prende la corrente
perchè accorto non è stato
non è colpa del cliente
che i contatti ha riattivato
un bel dí, senza sapere
ch' era proprio in quel momento
che quel bravo muratore
avea riposto già il cemento
e provava ad attaccare
luci e pur riscaldamento.
Era un bravo muratore
e peccato che sia morto
lui sapeva far cadere
anche il muro meno storto.
Lui sapeva complicare
ogni impianto in casa altrui
senza troppo faticare
e lasciando angoli bui
pieni zeppi di rotture
di mattoni, ferro e legno
e detriti da smaltire
ma con calma, senza impegno. 
E lasciar sul pavimento
come artistico disegno
le sue impronte; di cemento!
Va il mio addio a quel muratore
che rovinò belle dimore.

giovedì 1 novembre 2018

Guido partì.

Guido è partito davvero.
Come spesso mi succede con le cose che mi fanno paura, non ci credo finché non accade.
Quando tornerà, se tornerà, gli dirò che è stato molto coraggioso e che ha fatto bene a scegliere di andare, per non doversene pentire per tutta la vita, e soprattutto per trovare la sua "ragione". Ognuno di noi ha bisogno di trovarne una, per essere vivi; quelli che la trovano, si riconoscono subito dalla passione e dalla gioia che mettono anche nella quotidianità spicciola.
Chi non  la cerca, per pigrizia o per paura o perché si adagia in un cammino pensato da altri, si spegne piano piano, fino a diventare un grumo di rimpianti e cattiveria che poi magari riversa su chi ha vicino. Che pena.
Ha fatto bene a partire ma mi manca. Mi manca non potergli raccontare quelle quisquilie di vita e di lavoro su cui ricamavamo ipotesi strampalate trasformandole in storie fantastiche e divertentissime. Mi mancano le nostre conversazioni surreali. Mi manca il non poterlo usare come amante di cui non posso fare a meno con gli uomini troppo opprimenti. E le cenette all'osteria con sua moglie e gli altri amici della banda non sono più le stesse senza di lui.
Ma poi come farà sua moglie adesso?
Insomma, Guido è partito lontano per questo nuovo lavoro e prima che si sistemi e che riesca a prendere qualche giorno di ferie passerà un bel po' di tempo. Sembra che il paese del vicino abbia sempre l'erba più verde; ovvero, verde come i dollari dello stipendio che qua non bastano mai.

(punto di vista della mancanza)
Quanto mi manca!
Queste ultime cene all'osteria senza di lui sono state una noia, nessuno che osasse prendere il microfono per improvvisare una canzone, nessuno che facesse battute divertenti, e chi ci provava, non trovava interlocutori in vena di risate.
E poi sua moglie, povera donna!
 Non faceva che piangere, o bere, o rovesciare i bicchieri con il suo fare teatrale, e siamo tornati a casa tutti bagnati!
Ma ora basta! Venerdì, anziché andare al solito posto con gli altri, andrò a casa Sua a suonare la Sua chitarra, così non si scorda, cioè, non perde l'accordatura e non si scorda di lui, che la suonava così bene.
E, al suo ritorno, la troverà pronta a deliziarlo come al solito!