martedì 23 aprile 2019

Limoni da vendere

Chissà se è capitato anche a voi di sentire qualcuno pronunciare questa frase:-Se ha bisogno, me ne chiede e io gliene do. Anziché:- Lo dividiamo, te lo offro perché ne ho in più, ti voglio bene e mi fa piacere condividere con te-. Io credo che sia la misura della grettezza più bieca. Non è tirchieria ma peggio; è desiderio di agire potere sull'altro, quando l'altro è parte del tuo piccolo mondo, magari addirittura un padre, o un figlio.
In questo caso, chiedere, è come doversi piegare alla superiorità di chi ha il solo privilegio di possedere di più, forse neanche per suo merito, più soldi, più strumenti, più limoni, meno cuore. Magari solo perché un seme trasportato dal vento dell'isola, cent'anni fa, ha attecchito in una terra dove entrambi si doveva ancora nascere, per caso, per sorte.
E' come nascere una seconda volta, da grande, quando capisci come era fatto tuo padre e come all'opposto sia tua madre e quale dei due tu voglia prendere ad esempio da seguire, o lo fai di già, inconsapevolmente. Come quando capisci che le parole di amore e accoglienza che ti hanno insegnato da piccoli, le hai prese sul serio, a differenza di alcuni tra coloro che te le hanno inculcate. Inculcare è il termine giusto per quei concetti che si tramandano ai più giovani e che loro perseguono con impegno perché provengono dalle persone da cui dipendono totalmente.
Persone credute depositarie di verità assolute, dogmi imprescindibili, incapaci di qualsivoglia dubbio o errore, loro così grandi, così sapienti, ai tuoi occhi, capaci di tutto. Ho scelto a chi voglio assomigliare, e prima ancora ho deciso cosa non diventare.