domenica 27 dicembre 2015

Di vizi e di virtù

Ho il vizio di considerarmi virtuosa
ho la virtù di riconoscere i miei vizi
e i vostri,
e di accettarli e come fossero abiti,
da cambiare a seconda dell'umore
da indossare pochi minuti, 
giorni, ore
da portare con decisione
 con tutto l' impegno che serve 
per comportarsi come si vuole
con tanta cura e dedizione
non basta stupire con un'impressione
ma conquistare in continuazione
con vizi obbrobriosi, da condannare
 sguardi pieni di calore
racconti da far arrossire
braccia lisce da esibire
saper farsi desiderare
e proprio allora spostarsi altrove 
a distribuire le virtù
e condividere la gioia dei vizi. 


Desiderio

Senti che silenzio 
le mani che si cercano
si nutrono di contatto
pelle che guarisce la mancanza
 di quando non siamo insieme.
Ritroviamo calore vitale
 ci scambiamo l'amore
in un modo che non sa mentire
ci riconosciamo dai sensi
 tu e io,
sempre uguali e sempre nuovi 
al cammino di mani curiose
all'ascolto del corpo dell'altro
senza far resistenza
all'assalto di sensazioni
che disegnano il desiderio.

mercoledì 16 dicembre 2015

Breve storia eterna

Cent'anime in solitudine
cert'ansia e inquietudine
cent'erbe, solubile
c'è lui e lei; volubile
certo legame indefinibile
e fu indissolubile.


domenica 6 dicembre 2015

Regalo di Natale

Tutte le emozioni della giornata si riversano sul cuscino
che le rimugina per ore ed ore
o le sgroviglia in un sonno sano.
Ecco cosa vorrei per Natale; il tuo cuscino vicino al mio,
ogni notte, per accogliere i nostri pensieri e le emozioni vissute.
Un cuscino vicino per condividere i nostri sogni.
Quei sogni che abbiamo pudore di confessare anche a noi stessi
per quella strana, innaturale idea che sia meglio accontentarsi che desiderare di evolvere ancora.
Un cuscino da tirarci addosso con tutte le nostre forze per quelle volte che non saremo d'accordo, per ogni volta che io cercherò di convincerti della mia idea e tu proverai a resistere od il contrario.
Un cuscino da sistemare sotto i nostri corpi quando faremo l'amore, lentamente o con urgenza, come se fosse l'unico modo di comunicare tra noi.
Un cuscino per asciugare le lacrime dei nostri momenti grigi
quando sarà la tenerezza di un abbraccio a ridefinire gli equilibri.
Un cuscino su cui ritrovare i nostri profumi mischiati insieme
a formare un'idea di forte appartenenza.
Un cuscino che ascolti i nostri desideri quotidiani senza portarci a ripiegare
su scelte di comodo per salvare le apparenze. Quando tu avrai voglia di carne,
 io cucinerò l'arrosto anzichè un sano e magro petto di pollo e
quando io avrò voglia di una nuova camicia da notte,
 tu non tornerai a casa con il primo pigiama trovato in negozio.
Un cuscino che accolga le nostre risate
quando avremo voglia di giocare come bambini.
Ecco vorrei solo un cuscino così per questo Natale,
non è chieder troppo, sarà un amore di cuscino
o meglio
due cuscini vicini pieni d'amore.

sabato 14 novembre 2015

#Paris

Dopo l'attentato di ieri sera, la prima sensazione è di annichilimento completo e di pena, poi sale la rabbia, cieca e sorda e magari malriposta, poi sento e leggo i commenti in rete e al telegiornale, e lentamente si diffonde la proposta di non parlarne, di dimenticare per rispetto dei morti. Ora io credo che se fosse capitato a me, non vorrei che non se ne parlasse e si dimenticasse subito questa faccenda, per timore di turbare qualcuno e per ritornare alla propria vita e per evitare le strumentalizzazioni dei politici estremisti (stesso termine che designa una parte di mondo islamico). Io vorrei invece che se  ne parlasse fino allo sfinimento, per cercare di comprendere e fare in modo che non succeda mai più, perchè mi hanno insegnato che i problemi si risolvono con il dialogo, non con le azioni di rappresaglia e violenze, il dialogo può essere più o meno animato ma il linguaggio è il modo che abbiamo per formare il nostro cervello. La rabbia non va trattenuta ma incanalata anche in un semplice messaggio se siamo persone comuni. Se c'è una cosa che ci invidiano, è proprio la libertà; di parola, di espressione, di pensiero, non potrei mai desiderare che mi si nasconda qualcosa per evitare di essere "influenzata", e mi offenderei terribilmente se tutti sottovalutessero a tal punto la mia capacità di pensare in modo autonomo da desiderare di evitare il dialogo.
 I morti si ricordano, è quello che facciamo da sempre.

venerdì 13 novembre 2015

Persona triste


Da te vorrei tutto 
ma nulla hai da dare
il tuo cuore patisce 
la fatica di crescere.
Tu non ami te stesso
come puoi amare altri? 
Non riesci a godere di quanto hai intorno
il sole, gli amici, la grande famiglia
per te tutto è scontato, 
come fosse dovuto
come se in vita tua avessi mai faticato
ogni colpa attribuisci a chi ti ha generato
potresti risplendere, 
preferisci rimpiangere
affetti mancati e mancate attenzioni
partenze sbagliate, altre strade e occasioni
che stile penoso di non amare la vita.


mercoledì 4 novembre 2015

Storia senza parole

Raccontami una storia
con il tuo corpo 
senza parole
fatta di movimenti 
 pause, espressioni del viso
così che possa capire 
che storia vuoi rivelare.
Una piccola parte di te che 
a parole non puoi spiegare
non mi deve piacer l'argomento
voglio solo che tu ti racconti
non sei solo nel ricordare
sciogli e libera ogni frammento
anima, carne, cuore
ciascuno, degli altri
ha lo stesso valore.
Non si può fingere 
nel recitare.

lunedì 2 novembre 2015

Ciao Giuseppe

Un funerale di lunedì mattina, salutare una persona cara di lunedì prima di andare al lavoro, sapendo che quella persona al lavoro non la troverai più, non ci saranno più parole di incoraggiamento e sostegno e sfida a fare sempre meglio. Giuseppe, prima che insegnante eri sopratutto una persona di cuore da cui imparare non solo nozioni ma atteggiamenti di apertura ed accoglienza. Non sentiremo più i tuoi racconti di paesi lontani e poverissimi dove la scuola come la intendiamo noi è un'utopia eppure raccoglievi le nostre lamentele come se fossero importantissime e ci riportavi sempre al "pezzo", perchè avremmo dovuto continuare a fare il massimo senza badare a quello che cambiava (in peggio) intorno a noi, per pure questioni economiche. La chiesa era fredda, nonostante fosse piena di gente, ma la tua bara era calda come il tuo modo di essere. Scappare in lacrime per correre al lavoro era l'ultima cosa che avrei voluto fare, salutare le faccette sorridenti dei bambini che chiedevano mille cose... Ma tu ci hai sempre insegnato che la cosa più importante era proprio ascoltare loro; i bambini, e forse ti farà piacere sapere che quello che hai insegnato con tanta passione viene ricordato ogni giorno. Grazie di tutto

sabato 24 ottobre 2015

Goccia di pioggia

Il sole non riesce a svelarsi, oggi
piove piano, di continuo
l'acqua riempie la strada, il prato, i muri 
non scivola via
sembra che voglia restare per sempre.
Una piccola goccia 
si aggrappa al cancello
 trattenuta dal solco della ruggine,
prova a resistere 
agli affondi delle sue sorelle 
che un po' la spingono 
un po' la nutrono.
Il cuore si colma di tristezza
che respira attorno.
L'aria umida
più fredda dentro i polmoni, 
riempie il petto 
il bordo degli occhi
è pioggia che arriva ovunque
è autunno che invita al pensiero 
e all'arrendevolezza.

giovedì 15 ottobre 2015

Bye bye colore

Bella abbronzatura
ormai dimenticata
non ti serbo rancore
anche se mi hai lasciata
una spenta sfumatura
verde oliva sul viso
che potrò tenere acceso
solo con il sorriso.

lunedì 5 ottobre 2015

Un libro da vivere

Questo non è un libro rilassante,
non è uno di quei libri da leggere per passare qualche minuto spensierato.
Questo libro ti prende e ti catapulta dentro la storia con un'intensità tale
da farti sentire ogni sfumatura dei sentimenti e delle sensazioni dei protagonisti;
combatti con loro, gioisci con loro, vivi con loro.
L'autore riesce a trasmettere la stessa passione nella descrizione dei personaggi
e nelle cronache delle numerose e cruente battaglie.
Ogni carattere viene indagato fino alla più profonda intimità,
ogni decisione presa tiene conto dei più alti valori morali,
nella trama è intessuto un grande respiro di speranza e di fede.
E' un libro che resta nel cuore...

sabato 26 settembre 2015

Sabato riposo!

Arriva il sabato finalmente, dopo una lunga ed impegnativa settimana di lavoro, il sabato è perfetto per ricaricarsi di energie e fare cose diverse dal solito, prima fra tutte dormire fino a tardi.
Dunque, dopo aver spedito il figlio a scuola e aver accompagnato il cane ad espletare le sue funzioni fisiologiche, si torna a letto!
Si però al sabato ci sono tante altre persone che non lavorano, per esempio, quelli (uso il maschile perchè per la maggior parte si tratta di uomini) che aspettano questo giorno per utilizzare qualsiasi tipo di utensile purchè elettrico, quindi rumoroso!
C'è chi si cimenta con il tosaerba, per trasformarsi in moderni Attila, individuo, come è noto, ampiamente dotato di testosterone, e non si ferma fino a che ogni minimo ciuffo d'erba è della stessa lunghezza anche se per questo dovesse passarci e ripassarci sopra più volte...
C'è poi tutta una serie di individui che tira fuori l'aspirapolvere modello industriale che richiede un apposito allaccio di corrente elettrica  per rendere asettica l'automobile a tal punto che ci si potrebbero compiere interventi chirurgici ma non si sogna nemmeno di riservare la stessa attenzione alla sua casa.
C'è poi chi usa il compressore per fare tutti quei lavoretti che al sabato mattina riempiono i garages di esperti costruttori meccanici e al pomeriggio i grandi centri commerciali di bricolage per acquistare nuovi attrezzi o le parti rovinate al mattino.
E non possiamo tralasciare gli esperti motociclisti (niente obiezioni, so che  non è un motore elettrico ma è comunque rumoroso) che ogni sabato mattina devono fare la prova dei fumi di scarico, la revisione e le prove dei freni neanche dovessero superare i test dell' unione europea.
Naturalmente questi rumori sono molesti solo per chi non li provoca, pare anzi che l'utilizzo e quindi l'ascolto continuo sia come una sorta di meditazione trascendentale portatrice benefica di rilassamento totale dell'individuo.
Ho capito, mi alzo e attacco la lavatrice, e vediamo chi fa più rumore ora.

mercoledì 23 settembre 2015

Sincera dolcezza

Tu mi sorprendi sicuro e sincero
non vuoi incantarmi
ti sento, sei vero.
Poche parole spontanee nette
nessuna illusione
promesse, mai dette.
Dietro le lenti nascondi i tuoi occhi
sembri lontano
e d'un tratto, mi tocchi.
Dolcezza improvvisa, non ho più fiato
teneri gesti
che non ho indovinato.
La frase sospesa, non dico più nulla
anche i pensieri
finiscono in bolla.
Le parole finte le lasci ai meschini
il nero del cielo
per star più vicini.
Mi vieni incontro aprendo le braccia
e del mondo intorno
non resta più traccia.

sabato 19 settembre 2015

Diari di una lettrice

Un libro preso in prestito dalla biblioteca comunale, ha il gusto succoso di quando, da piccola, dovevi prenderli di nascosto dalla libreria dei fratelli grandi, gelosissimi delle loro cose. E' un libro usato, ha una sua storia, l'energia di chi lo ha letto prima, l'impronta dei sentimenti che ha suscitato. Profuma di carta vecchia e ha l'aria di contenere grandi verità, come un antico tesoro. Allora bisognava trovare il momento giusto per leggere o il luogo più nascosto perchè nessuno si accorgesse del "prestito", anche il tragitto poteva risultare pericoloso, bisognava camuffare l'oggetto prezioso con noncuranza, avvolgerlo magari in una felpa e muoversi senza farsi notare troppo. La punizione per essere scoperti erano grida e strattoni ma si poteva arrivare facilmente anche alle botte, non si poteva chiamare la mamma in difesa pena la perdita della dignità personale. Ho dei ricordi di lunghissime sedute in bagno (non per problemi di stitichezza) e di relative letture di libri di ogni genere, credo di aver imparato di più da quei momenti che dai libri scolastici delle scuole elementari.
Quando ero piccola non c'era ancora Wikipedia e neanche internet ma avevamo in casa una vera ricchezza: l'enciclopedia, mamma ne aveva comperate due generali e una medica perchè non si sa mai.
Erano ricche di illustrazioni, adoravo sfogliarle anche prima di imparare a leggerle poi mi si aprì un mondo che non sono ancora stanca di esplorare.
Leggevo per ore, seduta per terra perchè i volumi erano grandi e pesanti, leggevo la storia, guardavo le cartine cercando di immaginare i paesaggi, le distanze, le atmosfere. Poi scoprii i racconti e le fiabe che nessuno mi raccontava, le favole antiche con la morale, conoscevo più parole dei miei amici, riuscivo a pronunciare i nomi più complicati, le lettere ballavano per me dispiegandosi in una danza di significati e rimandi all'immaginazione.
Leggere per me era una necessità, un bisogno primario, cercavo di continuare anche a tavola e quando mi toglievano tutto dalle mani leggevo persino la confezione delle fette biscottate pur di continuare. Avevo quasi 9 anni quando a scuola aprirono la prima biblioteca a cui ebbi accesso, non era grandissima, ricordo una sola stanza ma strapiena di libri e non riuscivo a credere di poterne usufruire a mio piacere. Il primo giorno presi "Il conte di Montecristo", per l'avventura che prometteva di raccontare e per le dimensioni del volume che mi promettevano tante ore di favolosa magia. Ricordo ancora l'angosciante descrizione della prigionia, la sensazione di freddo e di paura della fuga con la domanda implicita:- Ma come e' possibile? Muore di gia'?-
E poi la vendetta, fredda e conquistata a caro prezzo, anche se giusta, ed il vago senso di amarezza che lasciava dietro di se', ho adorato quel libro; era un libro "da grandi".

Una parte importante nel mio amore per la lettura l'hanno fatta i fumetti che giravano da sempre a casa mia; mio babbo era un lettore appassionato di fumetti di ogni genere, dai "carta ruvida" Tex e Zagor, ai "carta liscia" Lanciostory e Monello. I miei (numerosi) fratelli maggiori leggevano Topolino, Geppo, Sturmtruppen e quelli per me a volte incomprensibili della banda Tnt.  Vari numeri di queste storie a fumetti erano sempre in giro per la casa, a nostra disposizione, con mio grande piacere, e hanno contribuito ad aumentare ed allietare la mia curiosità.
C'era il piacere dell'alternanza libro-fumetto, c'era la possibilità di sfogare il bisogno di storie lunghe e storie brevi, di dare alla mente la possibilità di sedimentare i viaggi straordinari dei primi con le, non meno intense, avventure dei secondi.
Non ho mai conosciuto la noia, non solo per la vastità della mia famiglia, ma proprio per la ricchezza derivata dalla mia prima passione che ha contribuito a dar forma al mio mondo interiore. Era meraviglioso poter disporre di tale assortimento, fino a quando uno dei miei fratelli maggiori si appassionò a tal punto al mondo dei fumetti da iniziare a farne un piccolo commercio per mantenersi agli studi. Fu allora che conobbi la frustrazione della voglia inappagata; lui portava a casa di tutto, ma noi non potevamo toccare niente perchè, se avessimo rovinato l'oggetto prezioso, avremmo potuto pregiudicarne la possibile vendita. Peraltro lui non si faceva scrupolo di leggere davanti agli altri, con noncurante sadismo. La cosa buffa era che anche lui aveva paura di sciupare i suoi albi, quindi li apriva pochissimo, leggeva scomodamente sforzandosi di indovinare più che godersi la lettura. C'era la sua stanza, chiusa a chiave in sua assenza, che traboccava di fantastici tesori che io potevo soltanto ammirare da uno spiraglio, poi cominciò a riempire la cantina, poi dovette prendere un magazzino apposta, organizzato con un ordine maniacale.
Credo che abbia ancora la cantina piena delle sue collezioni personali preferite, e secondo me, la tiene chiusa a chiave per forza dell'abitudine.
 
C'è stato un periodo, due o tre anni, nel quale mi appassionai ai libri d'avventura; i classici per ragazzi, perchè erano presenti in casa. Tom Sawyer, 20.000 leghe sotto i mari, Il giro del mondo in 80 giorni, Le tigri di Mompracem mi fecero scoprire mondi lontani, personaggi straordinari, ricchi di coraggio e di risorse interiori. Poi scoprii Piccole donne e finalmente potevo identificarmi nelle protagoniste fino in fondo, naturalmente scelsi Jo, più vicina ai tipi impulsivi ed avventurosi dei libri precedenti, ed alla mia indole. Jo è stata per anni un modello di forza e senso della responsabilità. Come spesso succede, quando ci si affeziona ad un personaggio si desidera conoscerne tutta la vicenda umana, cosi' anche  Piccole donne crescono finì nel lato del mobile dei libri già letti ma senza suscitare tutte le emozioni del precedente. Nello stesso modo archiviai Piccoli uomini e Cuore, capaci entrambi di portarmi alla malinconia come La piccola fiammiferaia, che probabimente è stato scritto in un accesso di depressione acuto. In breve tempo esaurii i titoli presenti in casa e facevo sempre più riferimento alla biblioteca di scuola chiedendo consigli di lettura alle maestre che se ne occupavano.
Mi innamorai subito di Zanna bianca e Jonathan Livingstone, avevano il potere dei luoghi sconfinati, dei grandiosi paesaggi naturali, dei sentimenti sinceri e basilari.
A casa leggevo in qualsiasi momento e situazione, era la mia massima libertà, non avevo nessun impedimento sui temi e gli argomenti, l'unica critica era la quantità di tempo che dedicavo alla lettura (eccessiva per chiunque) che mi impediva attività più fruttuose dal punto di vista pratico.
Qualsiasi argomento vietato o tabù a casa lo trovavo sui libri, quello di cui non si poteva parlare si poteva leggere, era un meraviglioso controsenso.
A tavola era vietato leggere, pazzesco dover passare delle intere mezz'ore a nutrirsi per una inappetente come me quando io avevo solo voglia di nutrirmi di parole.

I miei non si spiegavano una tale voracità; più o meno a casa leggevamo tutti ma non con tale accanimento, credo che se avessi riversato la stessa passione in uno sport sarei diventata campionessa. Ero convinta che sui libri avrei potuto trovare tutte le risposte alle mie innumerevoli domande, che avrei potuto sapere e capire tutto di me, del mondo, della vita, di tutto ciò a cui i miei genitori non avrebbero potuto o voluto  rispondere. Come quel personaggio (di un libro, ovvio) che viveva in biblioteca per leggerne tutti i libri in ordine alfabetico per conoscere lo scibile umano.
Quanto fui delusa dallo scoprire che nella nostra epoca non si poteva più diventare onniscienti, come ai tempi di Leonardo da Vinci per via dei continui progressi e delle troppe scoperte in ogni campo di esperienza. Invece ogni libro alimentava (e continua tuttora) nuove domande e nuove curiosità e nuovi rimandi ad altri libri ed altri autori. L'antico sogno di aprire un'edicola si era ampliato nell'idea di una libreria ed infine ha trovato sbocco nella frequentazione delle fornitissime biblioteche pubbliche. Con il tempo i miei gusti si sono affinati, sono diventata più esigente e selettiva, ma, come da adolescente, se mi entusiasma un libro cerco di leggere tutta la produzione del suo autore.

Nel periodo delle scuole superiori mi nutrivo sopratutto di  libretti Harmony e racconti dell'orrore ed entrambi mi avvincevano con la stessa miscela di incredulità, paura ed attrazione. I libretti li scoprii tramite una sorella maggiore molto romantica che ne faceva collezione e per fortuna non ne era tanto gelosa quanto per i suoi prodotti per il trucco che avrei utilizzato volentieri per colorare i miei disegni. Quella lettura era per me, come credo per la maggior parte delle adolescenti di quel periodo, l'unica forma di educazione sessuale e un valido esempio di emancipazione femminile che avrei poi esplorato più a fondo in anni successivi nei manuali di auto-realizzazione.
Chissà perchè di pari passo leggevo anche gli horror, forse per esorcizzare la melensa positività dei primi o per esplorare quei sentimenti negativi che non si potevano nominare e tantomeno spiegare. Era lontana la libertà di vivere a fondo le proprie emozioni o almeno di riconoscerle con partecipe consapevolezza. Comunque la passione per i libri dell'orrore non si è riversata anche sui film, per niente, continuo a non guardarli e se ne vedo uno spezzone in pubblicità le mie mani vanno automaticamente a coprire gli occhi. Paradossalmente il personaggio dei racconti che più mi hanno spaventata è sempre un demone, nonostante i serial killer e i rapitori siano più frequenti, numerosi e facilmente incontrabili. E' l'idea dell'invulnerabilità del diavolo ad atterrirmi, implica la mia impossibilità di difesa autonoma, dovrei aspettare un altro tipo di essere soprannaturale per risolvere la situazione, questa poi si trasformerebbe in una farsa sessista; come l'attesa del principe azzurro.

L'abbuffata di horror finì in una torrida estate e l'autunno seguente scoprii i fantasy con le loro atmosfere brumose ricche di magia e i racconti pieni di amore e rispetto per la natura e creature dell'immaginazione più libera. Come sogni ad occhi aperti che portano a viaggiare in tempi e luoghi indefiniti con personaggi che si materializzano all'improvviso seguendo leggi inconcepibili.
Queste letture mi facevano sentire molto romantica e selvaggia come una creatura dei boschi e per diverso tempo mi ci dedicai totalmente. Ci sono arrivata a sentire quella sensazione di selvaggia liberta', ma ci sono voluti 20 anni...

La mia parte razionale poi prevalse e mi portò verso un'altra strada, infinita e silenziosa come l'universo: la fantascienza! Questa ha il vantaggio di essere credibile, realizzabile pur se in tempi lontani. Che bello leggere di tutte le invenzioni cervellotiche e fantastiche che si potranno realizzare e dei mondi diversissimi  che si potranno raggiungere, tutto grazie alla parte dell'uomo che più mi affascina: la mente. Ho iniziato con autori vari che non ricordo più perché sono stati cancellati dalla totale, meravigliosa produzione di Asimov che tengo in bella vista sullo scaffale per ricordare le grandi emozioni  provate durante quelle lunghe ore di lettura.
Sui suoi libri continuavo a rimuginare, immaginando possibili sviluppi delle storie e utilizzi pratici delle sue invenzioni  nella mia vita quotidiana.
Mi colpì tantissimo l'etica marcata che si palesava dietro ogni decisione e legislazione e lo spirito inclusivo e accogliente dei personaggi abituati a trovarsi davanti gli alieni più disparati con esigenze vitali e culturali diversissime tra loro.
Mi sarebbe piaciuto far parte di ogni spedizione esplorativa, di ogni delegazione diplomatica, mi sentivo sempre pronta a conoscere nuovi alieni, in effetti lo sono ancora, anche con i "normali" esseri umani. Il mio spirito sempre proiettato verso il futuro si è arricchito e aperto ancora di più alla scoperta e alla conoscenza degli altri.
La vita interiore e la vita sociale hanno bisogno d'intensità; senza vita sociale l'individuo non evolve, senza vita interiore la società ristagna.

Non è amore

Non è che mi piaci tu
mi piace splendere come quando sto con te
non  voglio le tue mani su di me
 è la mia pelle che ne ha bisogno per illuminarsi
non mi piacciono i tuoi occhi
 se mi guardi i miei sensi si confondono
non mi piace la tua voce
 è solo che quando mi parli,
 niente al mondo può turbarmi
non sei la persona che inventavo
 tuttavia non m'immagino più senza
non sono innamorata per niente,
 è solo che quando ti penso tu sei "amore".

domenica 13 settembre 2015

La noia non abita qui

Come sara' un festival della letteratura? Sara' uno di quegli eventi noiosi, pensati per appassionati, intellettuali, topi da biblioteca... Fatto sta che a Mantova, sotto i tendoni in piazza, bisogna sgomitare per poter entrare e la prima persona che riconosci e' Mauro Corona, che si puo' definire in tanti modi ma assolutamente non noioso anche per il suo modo di porsi. Perso un evento per via della coda lunghissima e di quei "noiosi"  previdenti che acquistano i biglietti in anticipo da internet si  prova a ripiegare su un incontro con una poetessa; questo, si, potrebbe essere pesante e soporifero. Invece ci si trova davanti ad una donna straordinaria, aperta, che ha a cuore problemi reali; la crisi, le grandi migrazioni, i cambiamenti climatici che stanno trasformando il nostro mondo. Un' insegnante che scrive poesie per passione ( e qui non sono riuscita a trattenere un inizio di processo di identificazione) solo poesie rifiutando proposte piu' remunerative quali critica letteraria e romanzi e trova il tempo di ritirare qua e la' nel mondo numerosi premi tra cui un Pulitzer. Ancora niente noia quindi, anzi la ricerca di una donna di svegliare e tenere presente a se stessi la coscienza civile di chi incontra in modo non semplice ed inusuale. Grande Jorie Graham e grandi gli altri scrittori, divulgatori, studiosi con una passione talmente grande da volerla trasmettere agli altri attraverso i libri riuscendo a solleticare l' immaginazione e a creare cultura, ora che ne abbiamo piu' che mai bisogno.

martedì 8 settembre 2015

Silenzioso torpore

Fermati, onda, non smuovere il mare
quietati, bosco, come prima di un temporale
avvolgimi, notte, nel lunare chiarore.
Riposa il paese, senza fare rumore
in cerca di pace intorno al focolare
è l'ora delle carezze e dei sospiri d'amore
di sguardi che trasmettono dolci parole.
E' prima di dormire, in questo momento
che ognuno ricerca il proprio silenzio
il corpo disteso e ovunque il pensiero,
in sogno, nostalgia o desiderio.
 


mercoledì 26 agosto 2015

Chi fa la maestra

Le maestre sono creature mitologiche conosciute da tempi immemorabili, quasi da quando sono nati i bambini.
Sono dotate di svariate capacità pratiche e non solo, quali: pittura murale, tecniche di comunicazioni subliminali telefoniche, compilazione precisa ed esauriente di noiosissimi verbali, allestimento della scuola con pochissimi arredi e materiali e moltissima fantasia, movimentazione carichi da far invidia ai traslocatori, sostegno psicologico ai genitori, utilizzo più o meno corretto di apparecchi multimediali e attrezzi da ferramenta anche durante la presenza di numerosi bambini intorno. La cosa che colpisce maggiormente sono forse i loro superpoteri; la capacità di interessare e farsi ascoltare da un alto numero di individui sotto il metro d'altezza, di preparare impasti magici che riescono a catturare a lungo l'attenzione dei bambini, di curare tutte le ferite e i piccoli incidenti con il semplice tocco delle labbra o delle mani (capacità che hanno anche le mamme e i papà), di costruire con minimi materiali, dei contesti gioco degni di Disneyworld e di far sì che all' interno della sezione si rispettino semplici regole di convivenza civile che a volte vengono dimenticate anche dagli adulti. Nelle forniture delle maestre sono presenti grandi quantità di fazzoletti dal molteplice utilizzo che non si limita al classico soffiaggio del naso, bensì possono diventare dei giochi fantasiosi, travestimenti, oggetti di consolazione e suzione.
Le maestre si esprimono sempre molto chiaramente e non smettono di parlare finchè non hanno la certezza di essersi spiegate bene, questo purtroppo si riflette anche nella relazione con gli adulti che potrebbero avere l'impressione di essere sottovalutati.
Di solito si è maestre fino al midollo, non c'è possibilità di scampo, si cerca di insegnare a tutti tutto ciò che si conosce, anche oltre la pensione.
Una maestra si porta sempre il lavoro a casa, non solo attività pratiche che non riesce a terminare a scuola, ma anche il pensiero e il dubbio di aver fatto tutto il possibile per ogni bambino, e in ogni luogo in cui si trova, osserva, progetta, ruba idee e raccoglie gli oggetti più disparati che possono servire di sicuro in sezione.
Ecco perchè  poi ha bisogno di tante vacanze!

Certe volte arrivi ad un livello di stanchezza e delusione tali da non volerne più sapere dei bambini, da desiderare di andare a coltivare le rape in Siberia per non sentire più capricci e urla. E quando ti accorgi di non avere più energie e che pur di non entrare in classe preferiresti fare l'esattore per Equitalia, loro ti stupiscono con un comportamento eccellente. Allora il gruppo si muove come uno stormo, con armonia e complicità e la giornata fila liscia tra faccette dall'aria angelica e modi di fare pieni di affetto. Il livello di carica risale a scatti come quello del cellulare attaccato alla presa, non si sa come, non si sa cosa abbia scatenato il salto di crescita. E' una comunicazione di "pelle", loro, sanno esattamente dove è situato il punto di rottura oltre il quale la maestra comincia a redigere la lettera di licenziamento...

Parlare tanto con i bambini (non solo per dare direttive e divieti) porta all'ascolto di conversazioni surreali, ricche di logica e fondamenti validi dal punto di vista delle loro conoscenze. Mettersi in ascolto diventa quindi utile per comprenderli e tenere la mente aperta a diversi funzionamenti ma sopratutto e' disarmante e molto, molto divertente!

lunedì 17 agosto 2015

Una strada

Voglio una strada che porti al mare
una strada lunga, da esplorare
solida rustica, da attraversare
con tanti motivi sui quali sostare
sentir sotto i piedi le assi di legno
veder scarabei tracciare un disegno,
 il blu del cielo aumenta lo sguardo
e il piacere di arrivare in ritardo
respiri profondi, infiniti silenzi
cespugli spinosi a deviare i venti
 mirto, elicriso, profumo pungente
riempie i polmoni ubriaca la mente
infine arrivare non è così urgente
l'intima apertura a incontrare chiunque
rende il cammino appagante.

venerdì 31 luglio 2015

Fame di vita

Scruzzusu, scalzi, noi camminavamo scalzi, e non c'era la strada come adesso, asfaltata, c'era la terra battuta e ghiaia, e correvamo tutto il giorno su e giù da Ingurtosu al campo dove c'era mamma a lavorare per prendere i prodotti dell'orto e portare l'acqua a quelli che lavoravano. Avevamo un paio di pantaloni corti e larghi, sia in estate che in inverno, nonna ce li faceva con le coperte vecchie, con solo una bretella sulla spalla, senza mutande, cosicché quando giocavamo a biglie, sai cosa sono le biglie, vero? Mentre giocavamo ci scendevano i genitali e se volevi fare uno scherzo a qualcuno, prendevi la mira e tiravi la biglia nel suo pisello. Eravamo tutti ragazzini così ma ci divertivamo tanto, ci divertivamo senza fare male a nessuno, non tanto almeno, ci piaceva fare scherzi e tutti avevamo un soprannome. Si usavano molto i soprannomi, il mio era Gnassiu...
Giocavamo con i bottoni a "crastusu e cruxidi"(testa o croce), per giocare staccavamo i bottoni dalle mutande di babbo, babbo non trovava mai i bottoni per chiudersi le mutande, oppure giocavamo con i centesimi di lira a "muru" (muro) e se usciva crastusu che era la parte liscia, vincevi.
In piazza con gli altri bambini giocavamo a "pei in caneddu" (saltare con un piede solo) oppure a su giogu de su sedazzeddu; sai il setaccio che serviva a togliere le impurie dalla farina, o a cassa cassa; nascondino e a zacc'e poni, quel gioco in cui uno di noi dava un colpo a uno girato di spalle che poi doveva indovinare. Quando giocavamo con il cerchio, che tenevamo in piedi con un pezzo di filo di ferro, dovevamo stare attenti a non farlo passare sulle pietre altrimenti ci rimbalzava in faccia, era un cerchio di metallo, quello che tiene insieme le botti.
 Abitando in zona mineraria avevamo i piedi sempre neri, la terra era ricca di minerali. quando dovevo lavare i pavimenti dovevo cambiare l'acqua tre o quattro volte e quei mattoni non diventavano mai rossi come voleva mamma.  Naturalmente non c'era il lavandino a casa, bisognava arrivare alla fonte a prendere l'acqua.
Avevamo un cagnolino che si chiamava Ciuccetta, ogni tanto spariva e non lo trovavamo mai più, allora ne prendevamo un altro, maschio o femmina, non importava, lo chiamavamo comunque Ciuccetta perché mamma aveva deciso così.
 
Quando mamma ci dava la minestra controllavamo che le parti fossero tutte uguali, guardavamo il bordo dei piatti, se uno di noi bambini ne aveva di più attaccavamo a prangi, a piangere, c'era sempre qualcuno che piangeva, arrori, pitticca sa fami!
A volte andavamo nei pollai a rubare le uova, facevamo due buchetti con un chiodo e ne bevevamo l'interno, poi le rimettevamo a posto, quando le trovava sa tzia diceva che le sue galline si stavano ammalando, facevano le uova vuote.
Quando mamma apriva la forma di formaggio ne tagliava un pezzo a ciascuno da mangiare con il pane, misurato anche quello e cercavamo di mangiarlo piano per farlo durare di più, Arrori, arrazze' sabori. Quando tutti avevano il loro pezzo di formaggio mamma faceva un segno con il coltello sulla crosta, una specie di disegno per accorgersi se veniva tagliato ancora e lo riponeva nella credenza.
Noi, naturalmente, andavamo di nascosto a prenderne altro e poi si rifaceva il segno e lei non se ne accorgeva.
Siccome io ero a casa e zia Rosanna e zio Pinuccio erano troppo piccoli, mamma mandava sempre me a prendere il latte nella latteria della vedova di un operaio di miniera, con un cestino e le bottiglie, e io avevo nascosta in strada una cannuccia trierbe, il latte che mi dava era ancora caldo e faceva la panna, io la succhiavo con la cannuccia, ta cosa bella chi fiàda.
Riuscivo a succhiarla due o tre volte, era così grasso che si riformava, e prima di arrivare a casa rabboccavo le bottiglie alla fontana dell'acqua, poi mamma vedeva il latte così chiaro e brontolava contro la vedova, dandole dell'imbrogliona, chè secondo lei "allungava" il latte. Nonostante fossi bello grasso non immaginava che potessi essere io il colpevole.

Io dormivo nel letto con tre dei miei fratelli, e di notte non ci si poteva muovere troppo, altrimenti le doghe del letto si spostavano, il materasso di crine si appallottolava e diventava scomodissimo.

Quando andavamo al mare, ci caricavano tutti sul carro a buoi, facevamo quella strada lunga lunga tutta la notte e un giorno, gli uomini cantavano e suonavano organetto e chitarra intanto che camminavano e noi bambini dormivamo uno sopra l'altro. Appena arrivati al mare, dopo un giorno e una notte di viaggio, dovevamo costruire la capanna per dormire, il letto per mamma e babbo,  poi mettevamo un po' di cannette per terra e noi dormivano lì. Stavamo un mese al mare, portavamo coperte, materassi e ci divertivamo tanto. A Portixeddu o a Buggerru c'era qualche botteghina e qualcuno andava a piedi a comprare qualcosa che mancava, ma non mancava niente, avevamo pane per tutto il tempo. Si andava a pescare e si arrostiva il pesce in spiaggia, c'era sempre un profumo di pesce arrosto, ta bonu chi fiada...  

Nelle miniere eravamo evoluti, quando ancora in molti paesi non c'era l'elettricità, "genti 'e miniera genti'e galera, si diceva, perché c'era gente che veniva da ogni parte d'Italia, gente d'ogni tipo.
Alla sera si ritrovavano nel dopolavoro dei minatori, sciadausu, facevano a gara dopo gli spaghetti a chi mangiava più uova fritte degli altri, perché il giorno dopo sarebbero tornati giù a partire dal primo livello a 200 m fino al punto più basso di 500 m e chissà se sarebbero riusciti a risalire. C'era anche un ascensore laterale, lo chiamavamo  schippi, molto pericoloso, era facile cadere e non essere più ritrovati. Alla sera si giocavano i soldi della paga, quando andavano a ritirare la busta, per prima cosa dovevano pagare i debiti di gioco, allora le mogli si erano arrabbiate, erano andate tutte insieme dal ragioniere della miniera, gli avevano fatto promettere che la busta paga l'avrebbe data agli uomini solo se accompagnati da loro stesse. Allora da quel giorno giocavano a gianduiotti, come erano buoni, li hai conosciuti? Avevano un sapore aicci drucci! Dolcissimi! 
Un giorno i ragazzi mi avevano portato ad un ingresso laterale, era più basso di me, pensa, mi sarei dovuto chinare e per sfida mi avevano detto di entrare, ma io avevo proprio paura, ogni giorno si sapeva di qualche frana e di qualche operaio che non vedeva più la luce del sole.
In paese c'era già il cinema e a volte facevano commedie e spettacoli dal vivo; per annunciarli passava con la sua trombetta "su gridadori", un po' suonava e un po' gridava e i ragazzini del paese lo accompagnavano con sonore pernacchie.
Presentava gli spettacoli in sardo e film americani sbagliando la pronuncia dei nomi degli attori stranieri. I protagonisti diventavano persone di facili costumi, da Tyrone Power a "tiraddu e poni", da Rita Hayworth a "Rita Egua", ascoltare le sue grida era già uno spettacolo.

A 19 anni partii a Genova per aggiornare il mestiere con una valigia con i miei abiti semplici ma ben due cappelli. Andai a pensione da mio cugino Mariano che era sposato con Barina a cui davo tutto lo stipendio per dormire e per mangiare ma non mi piaceva perché faceva sempre la minestra di patate, allora facevo gli straordinari per guadagnare di più e procurarmi roba da mangiare, da leggere, uscire con le ragazze. Dopo poco tempo diventai capo operaio, eravamo in otto, era un negozio di scarpe grandissimo e il proprietario aveva fatto un soppalco per metterci la calzoleria, il soffitto era così basso che un tipo arrivava a sfiorarlo con la testa, c'era anche una piccola finestra che non si poteva aprire tutta, ti arrori su fragu de gussu logu!

Tornato in paese aprii subito una calzoleria moderna; con tutti gli strumenti più avanzati, avevo l'incarico di fare le scarpe per tutti gli operai della miniera, gliene spettava un paio all'anno e poi le aggiustavo naturalmente. Avevo tanto lavoro e avevo dovuto prendere dei ragazzi ad aiutarmi, più giovani di me, che volevano imparare il mestiere.
Io ero scapolo e mi facevo da mangiare, pulivo, tutto io facevo, per non lavare la pentola ogni giorno cucinavo le pietanze una dopo l'altra così che il minestrone aveva sapore di pasta col sugo e così via. Quando cucinavo i ragazzi sentivano il profumo e avevano preso l'abitudine di mangiare con me, facevo certi sughetti! Mettevo una scatoletta di Simmenthal nel sugo di pomodoro, si scioglieva la gelatina e dava un sapore alla pasta, Gesù Cristu miu, ta cosa bella!
 I ragazzi dovevano lavare i piatti, erano tre: scrivevo il loro nome su un foglietto e si tirava a sorte ma dopo un po' cominciai a scrivere sempre lo stesso nome e quindi toccava sempre ad uno ma siccome qussu fiada unu pagu tontu, sciadau, non pensò mai di controllare gli altri foglietti.
 

giovedì 30 luglio 2015

Mare agitato

Io ti aspiro e non ti sfido
ti assorbo e ti serbo dentro di me
la tua musica mi lega a te da sempre
sono parte dei tuoi umori
la tua tempesta mi culla e mi conquista
la tua calma mi accoglie e mi energizza
dalla tua spuma mi lascio inebriare
la tua trasparenza non può farmi male
con gioia e timore provo ad entrare
la sabbia sotto i piedi sento scivolare
un'onda, poi l'altra come un respiro
per questo sono nata; tu sei il mio destino.

domenica 26 luglio 2015

Piccolo paradiso

Il vento rinforza, carico di profumi
e rinfresca la pelle
scurita dal sole.
Il rumore del mare
rende superflua
ogni conversazione.
L'aria bagnata supera le dune
e a tratti ci sorprende
rendendoci consapevoli di
ogni millimetro di noi.
Una piccola compagnia,
un cappello di paglia,
una penna,
così lo immagino... il paradiso.

Palla marina

C'è una palla marina
in equilibrio sulla duna
portata lassù dall'onda
non teme nulla, non affonda.
Si sposta con la corrente
segue il vento, noncurante,
non ha una vita vuota
raccoglie quello che trova.
Impara da quel che sente
non ha bisogno di niente
nulla chiede se non
un'altra spinta dalla corrente.

domenica 12 luglio 2015

In moto con te

Liberi, leggeri
lo sguardo va lontano
io ti stringo forte
tu mi accarezzi piano
parole che si perdono
profumi che ci investono
si intrecciano con l'aria
che attraversiamo in pieno.
Chissà dove arriveremo
e se dentro ancora avremo
l'incanto per il viaggio,
la scoperta, il paesaggio.
La strada incede indifferente
scivola tra cielo, erba e mente.

domenica 5 luglio 2015

Lucciola e zanzara


Disse la lucciola alla zanzarina:
-Nel prato c'è una nuova inquilina!
La zanzara sentì arrivare l'acquolina:
-Andiamo a dare un' assaggiatina!
Rimase di stucco appena arrivata
Tu, stolta lucciola hai la vista annebbiata,
o hai la sapienza di una appena nata
vedi, non di ciò che tu pensi si tratta
 sono due umani, avvinghiati, una coppia
in un magico rituale, forse una lotta.
 Quella piccola mi fa stringer il cuore
là sotto così, pare abbia un forte dolore
dalla sua estremità produce rumore
come la vespa in cerca del fiore.
Ma come farà se la sua bocca
è incollata all'umano che ovunque la tocca,
hanno tolto le ali e la corazza vistosa
nulla li protegge da chissà cosa.
Avviciniamoci, andiamo a vedere
forse in un modo possiamo aiutare
ma attenta, non ti avvicinar troppo,
gli umani uccidono senza alcun scopo.
Così dicendo, la zanzarina
andò lei stessa troppo vicina,
cercò di dividere i due contendenti
ma fu sopraffatta da effluvi pungenti
perse il timone e la direzione
finendo schiacciata in un abbraccio d'amore.

sabato 4 luglio 2015

L'ombra dell'anima

Tu sei il mio specchio,
uno specchio interiore,
io non mi rifletto in te
 ma tu mi rimandi emozioni che neanche sapevo di esprimere.
Mi leggi come una mappa,
sai sempre cosa provo, prima ancora che arrivi alla mia consapevolezza,
vorresti farmi star sempre bene, così te ne nutri anche tu.
Ti indisponi se mi trovi triste o pensierosa,
come se non ne avessi motivo,
mi stai vicino, mi rallegri
mi rassicuri che non c'è niente di strano o di male nei miei pensieri cupi,
che li vivono tutti,
e mi fai sentire speciale per il solo fatto di volerli alleviare.
Non esistono distanze di tempi e di luoghi tra noi,
esiste solo la vicinanza di due anime che si riconoscono dall'ombra.


Silenzio?

Il silenzio non esiste,
siamo costantemente
ed irrimediabilmente
pervasi dai nostri pensieri.

sabato 6 giugno 2015

Ossimori e personalità

Sono una fatalista 
che non si perde d'animo
una pragmatica 
colma di passione
una coraggiosa, 
che evita i film horror
una timida 
molto vanitosa
un'idealista apolitica
modestamente piena 
di superbia
lunatica con le idee chiare
un'improvvisatrice 
straripante di progetti
affatto anomala, adorabile, 
contraddizione.

lunedì 25 maggio 2015

Giochiamo al teatro

Tante serate a fare le prove, a fare esercizi psicomotori e di improvvisazione dopo lunghe giornate di lavoro ed impegni vari.
Tante risate, fatiche, tentativi ridicoli e piccoli successi ed un maestro ironico ed inflessibile che si impegna al massimo per far venir fuori l'estro espressivo di ciascuno dei partecipanti al corso. E tutti attenti, volenterosi, pronti ad uscire con ogni condizione climatica lasciando a casa familiari, comodi divani e cene a metà. E poi arriva il giorno stabilito e non vedi l'ora di cominciare lo spettacolo per metterti alla prova, per mettersi in gioco, per la soddisfazione di provocare una risata. Ultime prove, quelle decisive, qualcosa va storto ma si sistema, si cambia programma e poi arriva il pubblico, pieno di aspettative e di voglia di divertirsi e la tensione è al massimo, si spengono le luci, parte la musica, che dà la carica giusta e finalmente si comincia. I riflettori accecanti nascondono gli spettatori alla vista ed è come stare in un'altra dimensione e ti senti solo parte della storia e di quel gruppo con cui hai condiviso così poco tempo ma così tanto intenso. Il divertimento ruba spazio alle altre emozioni e diventa il motivo migliore per scegliere di frequentare un corso di teatro; un gioco da grandi!

domenica 24 maggio 2015

Chi bacia vince

Chi bacia non finge i suoi desideri
lascia da parte lavoro e pensieri 
trovarsi in un bacio è l'incontro
più sano, di voglia e istinto
preludio, intermezzo, gesto vorace
 della passione è l'autentica voce
la strada più breve per atti d'amore
il modo dell'anima di comunicare
scalda due corpi un solo respiro
 motivo bruciante per star più vicino
finché solo i sensi ti fanno capire
ciò che le parole non riescono a dire
estasi, incanto, campane sonanti
e ancora baci, dovunque, tanti
chi bacia vince, vince più vita
intensa, dell'anima, infinita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


sabato 16 maggio 2015

sabato 9 maggio 2015

Prima impressione

Ti guardo dall'alto con noncuranza
ciò che tu pensi non ha importanza
ti guardo dall'alto come so fare
da quando tu hai iniziato a parlare
finché stavi zitto restavo nel dubbio
(ha l'aria sveglia, dev'essere un saggio)
invece peccato, sei nella media
non vedo l'ora di lasciare la sedia
- Dimenticavo, sai devo andare
affari urgenti ho da sbrigare!


Ti guardo dal basso con aria innocente
discorsi sensati, incredibilmente
per niente infarciti di lamenti pesanti
soltanto idee e progetti sognanti
decise opinioni, intriganti pensieri
il giusto equilibrio tra l'oggi ed il ieri
rimorsi? Rimpianti? No, solo lezioni
di cui prender atto per esser migliori
ecco, siamo affini, niente da fare
potrei stare ore qui a chiacchierare!

Matteo alla prima comunione

In questa giornata di grande importanza
grazie infinite per la tua vicinanza
sono felice che tu sia testimone
di questo mio passo pieno di emozione
sono più grande e con i miei amici
vivrò tanti altri giorni così felici
sto per ricevere un grande dono;
per i miei peccati ho il perdono
nel mio cuore di bambino
voglio tenere un posticino
per ogni persona che con amore
mi starà vicino per giorni o per ore
con un sorriso ti voglio ringraziare
e ora tutti insieme si va a festeggiare!

venerdì 1 maggio 2015

Voglia d'ironia

Come trasformare momenti accaduti  in racconti divertenti?
Come rendere le persone partecipi di un episodio pieno di ironia tenendo presente che ignorano il contesto in cui si è svolto e le premesse che lo hanno provocato?
Come rispondere ad un adolescente che chiede, all'ora di cena, davanti ad un piatto di minestra fumante, cosa abbia fatto di male per meritare tale punizione?
E, avendo ricevuto come risposta un accenno al suo rendimento scolastico, vedere che si rivolge al cane con aria rassegnata, annunciando che per cause di forza maggiore, da quel giorno dovrà cambiare menù?
Pare che l'ironia sia genetica oltre ad essere un'ottimo espediente per affrontare giornate complicate!

La fila

Le dita sul viso, sul collo, sui capelli morbidi,
gli occhi fissi, liquidi, incollati fino a che si intorbidiscono.
Baci, piccoli baci ovunque,
le mani che cercano bramose sotto i vestiti,
slacciano bottoni, sfilano maglie,
sentono la pelle calda che diventa rossa al loro tocco.
La pelle cerca le mani, le labbra, la lingua,
il cuore veloce, il respiro affannato...
Ecco, finalmente si è accorto dei due,
l'anziano impiegato, ed imbarazzato,
velocizza le operazioni di cassa.
Ottima idea per sveltire le file!

mercoledì 29 aprile 2015

Piccola lista di felicità

Il profumo dell'iris
un messaggio affettuoso
una giornata piena
le risate di chi ami
il saluto del cane
un pensiero brillante
il cielo scuro che lascia affiorare stelle e nuvole
un progetto nuovo per la famiglia
un corso di teatro iniziato per gioco 
preparare la cena in anticipo per stare fuori fino a tardi
leggere un solo capitolo al giorno cos' il libro dura di più
rivivere i momenti gioiosi con gli amici
pensare a quando organizzarne altri
gustare il caffè guardando il parco
vivere ogni istante intensamente in piena libertà.

domenica 19 aprile 2015

La voce della pioggia

Ascolto la pioggia, la notte
batte sui vetri, sui tetti, su tutto.
Ascolto la pioggia, dentro, a occhi chiusi
è un rumore riflessivo, è un pensiero rumoroso,
è una voglia improvvisa, è un sentimento costante.
Parla con me, parla di sè, parla all'essenza
stupendo elemento in ogni sua forma,
di notte, la pioggia...ne ascolto la voce.

Natura di donna

Come la betulla; dritta verso il cielo
come il ciliegio fiorito; tronfio della sua bellezza
come il salice; non teme di mostrare i suoi dolori
come l'ulivo; piegato dal vento, continua a crescere e dare frutti
come la quercia da sughero; priva di difese, si rigenera e diventa più forte, 
così la donna; spirito introspettivo o solare,
riflessiva o vulcanica,
prodiga di cure o di paura, 
sempre in armonia con la natura.

venerdì 27 marzo 2015

martedì 24 marzo 2015

Bugiardino

Questo libro è indicato per forti personalità che non si lasciano influenzare da sensazioni altrui,
 per palati raffinati che si appassionano all'analisi del puro pensiero talvolta
fine a sè stesso e del semplice esercizio stilistico. E' una raccolta
di riflessioni nelle quali l'autore riconosce e rivela la propria anarchia di fronte alle
convenzioni sociali, la fatica di intessere e portare avanti relazioni di qualsiasi
tipo pur con la consapevolezza della loro positività per il benessere psicofisico.
La sua conclusione riguardo alla vita vissuta, i viaggi e l'esplorazione del mondo circostante è che questi sono completamente inutili alla comprensione del mondo stesso per un uomo intelligente,
il quale dovrebbe essere in grado di immaginarne un'ampia visione.

  AVVERTENZE

Si consiglia l'assunzione di forti 
dosi di caffeina durante la lettura.

POSOLOGIA
 
Leggere dai dieci ai venti pensieri al giorno per non sovraccaricare
la mente e dar tempo alle riflessioni emerse di sedimentare
 
CONTROINDICAZIONI
 
Il libro non è adatto ad individui con tendenze depressive  e
abitudini maniacali, se ne sconsiglia inoltre la lettura nel mese di novembre
e in giornate grigie e piovose.


Auguri, babbo

Auguri, babbo, primo uomo della mia vita, supereroe, maestro di tuffi e di arrampicate, che ci ha insegnato i valori più alti e ucciso tanti mostri sotto il letto con la stessa noncuranza, che ha sempre avuto voglia e tempo di portarci al mare ed in campagna trasmettendoci l'amore per le cose della natura e che ha sempre parole giuste per spiegare e rispiegare  e raccontare di sè e di noi e di come sia incredibilmente antico nei modi e giovane nei pensieri. Tu sei d'esempio per noi, con la tua integrità e fierezza, il tuo orgoglio, la tua passione per la famiglia, la tua ironia dissacrante delle avversità quotidiane. Uomo libero e coraggioso, che non ha mai avuto paura di mettersi alla prova  e di faticare
per sentirsi realizzato e per prendersi cura di noi e di mamma nel migliore dei modi.

domenica 8 marzo 2015

Bacio o caffè

Voglio un tuo bacio
non voglio il caffè,
lungo, appassionato, che sappia di te
caldo, bollente,
da bruciare le labbra
come d'estate, sul mare, la sabbia
dolce, nero, corposo e profondo
come lo spazio che avvolge il mondo.
Lo voglio gustoso,
lo voglio macchiato
di sapori mescolati e rossetto sbavato,
voglio un tuo bacio,
non so perchè...
E non voglio saperlo,
mi basta aver te!
 

domenica 1 marzo 2015

Domenica pomeriggio

Domenica pigra, anche il sole sonnecchiava, sbucava dalle nuvole senza troppa convinzione, entrava dalla finestra lasciando sul pavimento una scia di lucentezza e calore che scaldava i piedi, scalzi, quando ci si camminava sopra. Lui l'aiutava a sparecchiare e a mettere a posto i piatti in un andirivieni tra il riflesso caldo, il pudore delle tende, il volume basso del televisore ed il profumo del caffè. Metteva a posto una pentola e le dava un bacio lieve, asciugava una posata e lei glielo dava indietro, inchinandosi poi maliziosamente per riporre le bottiglie nella cantinetta. Con leggerezza, senza intenzione, la domenica è pigra, non ama la fretta, l'ansia, i minuti contati. Erano ancora in pigiama, lui la barba un pò incolta, lei senza trucco, entrambi con un'aria di libertà fine, affatto trasandata. Lui la guardava senza parlare, con la sua semplicità e dolcezza riusciva a metterlo a suo agio e risvegliare il suo desiderio allo stesso tempo. Aveva voglia di fare l'amore, lentamente, a lungo, assaporando il suo corpo caldo ed accogliente...
 
Lei si girò, cogliendo il suo sguardo, leggendone il significato, e si appoggiò a sua volta al bancone della cucina, di fronte a lui, in esitante attesa, con aria indifferente.  Non voleva rendergli le cose facili, voleva essere conquistata, come una donna d'altri tempi, prolungando il gioco della seduzione.
Lui le si avvicinò e la baciò piano, con cura, senza urgenza, senza stringerla, posando le mani sul piano dietro di lei, che sentì salire il rossore al viso e aumentare i battiti. Lei gli prese il viso tra le mani, soffermandosi tra i peli della barba che le pizzicava le guance e le labbra e gli si strinse contro un pò di più. Sentiva crescere la sua eccitazione ed il bisogno di un maggior contatto di pelle, reciproco, immediato, irresistibile. Smise di pensare e di immaginare possibilità diverse perdendosi nella passione che ormai nessuno dei due riusciva più a trattenere, la pelle cercava la pelle, le mani scostavano gli abiti, gli occhi annebbiati e i respiri sempre più veloci indicavano che il gioco era finito e ora cominciava la vera comunicazione.

mercoledì 25 febbraio 2015

Domande

Chissà quando si smette di farsi delle domande, chissà se un giorno si può arrivare ad avere tutte le certezze e le risposte, se i dubbi svaniranno e si sarà completamente certi di aver compiuto le scelte ideali. Chissà a quale età si diventa saggi e se succede in un attimo o ci si arriva pian piano, per gradi e quindi non si sa mai esattamente quando si è cominciati ad esserlo oppure, se magari un giorno ci si sveglia senza più tentennamenti, sicuri di ogni azione e delle intenzioni di chi ci sta intorno.  Chissà se gli amici si stancheranno di ascoltare domande sempre più contorte e pensieri profondi ma dai contorni sfumati e divergenti, e le domande resteranno uguali o muteranno in base al grado di consapevolezza raggiunto. Meglio godersi l'attimo senza farsi domande? E come si fa a godere fino in fondo di qualcosa che non si riesce a comprendere fino in fondo? Osservando i bambini e gli animali? Loro sono in grado di godere e vivere in modo intenso ogni attimo, forse perchè hanno meno cognizione del tempo, allora forse dovremmo dimenticare parte di ciò che sappiamo per arrivare ad un'altra consapevolezza? Scrivere aiuta solitamente a dipanare i pensieri e chiarirli a noi stessi; siamo fatti di un corpo che ci permette di provare svariate sensazioni, un'anima con le sue infinite sfumature di sentimento e una mente che cerca di presiedere a tutte le informazioni che raccoglie, tre parti di noi che lavorano insieme e ancora più domande di prima...

martedì 10 febbraio 2015

Difetti


Si potrebbe pensare che io sia pigra quando, appoggiata alla finestra, guardo fuori tra l'albero curvo dal peso della neve e il parco deserto, e intanto progetto svariate attività per i giorni successivi...
Si potrebbe pensare che sia volubile, ma come si fa a restare sempre della propria idea quando la vita ci offre continuamente infinite possibilità di scelta?
Si potrebbe pensare che sia imprudente quando compio azioni che solitamente si vedono fare ad individui di altezza... inferiore al metro e 20 cm solo per il gusto di mettersi in gioco...
Si potrebbe pensare che sia egoista quando realizzo con le mie mani qualcosa che mi piace tanto ma credo che la gioia di esprimersi si possa insegnare...
Si potrebbe pensare che sia vanitosa quando prima di uscire mi specchio da vari lati, per non urtare la sensibilità di chi incontro...
Si potrebbe pensare che sia testarda quando credo in qualcosa e non mi lascio dissuadere facilmente...
Si potrebbe pensare che sia piena di difetti e tronfia ed orgogliosa di averli riconosciuti ( e forse ne ho scordato altri..) ed è vero!

 



venerdì 6 febbraio 2015

Lieve risveglio

Che strano silenzio
questa mattina
non va a lavorare
la mia vicina?
La porta di casa
non chiude nessuno
nè passi sulle scale
nè rumore alcuno.
Il randagio felino
non miagola affatto
ed il mio buon vicino
non riempie il suo piatto.
Il pigro cagnetto
indeciso e tranquillo
attende e zampetta
di udir uno sbadiglio.
Un insolito chiarore
si insinua dai vetri
dando conferma
ad i miei sospetti.
Un balzo e mi alzo
non posso aspettare;
la testa fuori
e voglio assaggiare!
Ecco che scende 
a morbidi fiocchi
candida, lieve,
non credo a i miei occhi
è arrivata la neve!


martedì 3 febbraio 2015

Voglia di esagerare

Voglia di coccole dopo il lavoro.
Voglia di abbracci caldi e tenaci.
Poi scappa un bacio, lungo, infinito.
Si apre un mondo...mani curiose, piccoli baci,
dita che corrono leggere, bagnate, stuzzicanti,
brividi intensi, gemiti rochi,
baci lascivi e scie con la lingua,
respiri, sospiri, occhi socchiusi,
voglia di esagerare,
voglia di sentire il tuo piacere;
con ogni papilla, con ogni senso,
si mischia l'amore, l'odore, il sapore,
si rischia di perdere la ragione,
oppure è la strada per ritrovare
la parte di noi che ci rende migliori.
 

giovedì 29 gennaio 2015

Amicizia



Cosa mai sia, vorrei sapere; questa malìa,

che ti imprigiona e non va mai via

questa tristezza che ti comprime

questa mestizia che ti rinchiude

questo dolore che ti incupisce,

passalo a me, lascia che sia,

dalle mie spalle scivola via

sulla mia pelle non trova appigli

contro al mio animo soltanto scogli

insieme alle lacrime scioglilo pure

rendilo morbido poi con le mani

impastalo, sentilo, vivilo a fondo

solo chi ha fatto la sua conoscenza

conosce il valore dell'esistenza

si, le parole sembrano vane

le vie d'uscita così lontane,

è più facile lasciarsi cadere

ma guardati intorno

non tutto è penoso

osserva con cura

ascolta davvero

sentiti vivo, sentiti amico!


lunedì 19 gennaio 2015

O vivo o scrivo


O vivo o scrivo poesie;

 non riesco a scrivere di ciò che non vivo,

 non riesco a vivere senza descrivere,

 non riesco a considerare la poesia senza vita

e la passione senza poesia.

Non riesco a vivere in modo meno che passionale,

non posso immaginare di fare qualcosa senza intenzione.

Se gioco è per vincere,

se lavoro è per dare il meglio,

se cucino è per mangiare bene,

se amo voglio essere riamata,

se sto con la famiglia sono tutta per loro,

se cammino tutto il mio corpo si muove per assimilare la strada.

Al mare sono onda,

sott'acqua come corrente,

nell’erba sono sentiero,

respiro emerso dal vento

se parli ti ascolto con il cuore,

per arrivare a te; non per giudicare.

Cerco la chiave di questo vivere

e cerco il senso di questo cercare.

domenica 11 gennaio 2015

Un rifugio

La solitudine è sempre da evitare?
Si può definire solitudine quel lasso di tempo in cui ci si rifugia nel proprio studio, alla propria scrivania, in cucina o in qualunque altro luogo scegliamo di stare soli con noi stessi
e il nostro impulso creativo? 
Come si potrebbe altrimenti definire un luogo o uno spazio che si cerca ad ogni costo, regolarmente, per esplorare e sperimentare la propria creatività o anche,
 semplicemente, per gustarsi una buona lettura?
Questa "solitudine" è necessaria, è fondamentale per favorire la concentrazione,
 le idee arrivano sempre, in ogni situazione, in mezzo a qualsivoglia numero di persone,
ma per realizzarle bisogna trovare la solitudine e l'atmosfera propizia e adatta.
 In questo caso l'isolamento diventa un rifugio appetibilissimo, da rompere solo qualora si sia soddisfatti della propria "creatura" da condividere poi con chi desideriamo,
e quando, finito un libro avvincente, si va subito a magnificare a chi è a noi vicino.
Chi ricerca questo sorta di ritiro non conosce la noia,
osa vivere e praticare le proprie passioni,
non cerca scuse e non si lamenta della mancanza di tempo, perchè ogni minuto
può essere utile per progettare, ideare, documentarsi, leggere un altro capoverso.

venerdì 9 gennaio 2015

Anziani coniugi

Misurati distaccati,
camminiamo riservati
lo spirito a nudo;
spoglio di difese
privo di pudore.
Mi perdo
mi confondo
mi distraggo
poi ti guardo
e mi ritrovo nei tuoi occhi
e nel tuo cuore leggo noi due;
insieme.