mercoledì 26 agosto 2015

Chi fa la maestra

Le maestre sono creature mitologiche conosciute da tempi immemorabili, quasi da quando sono nati i bambini.
Sono dotate di svariate capacità pratiche e non solo, quali: pittura murale, tecniche di comunicazioni subliminali telefoniche, compilazione precisa ed esauriente di noiosissimi verbali, allestimento della scuola con pochissimi arredi e materiali e moltissima fantasia, movimentazione carichi da far invidia ai traslocatori, sostegno psicologico ai genitori, utilizzo più o meno corretto di apparecchi multimediali e attrezzi da ferramenta anche durante la presenza di numerosi bambini intorno. La cosa che colpisce maggiormente sono forse i loro superpoteri; la capacità di interessare e farsi ascoltare da un alto numero di individui sotto il metro d'altezza, di preparare impasti magici che riescono a catturare a lungo l'attenzione dei bambini, di curare tutte le ferite e i piccoli incidenti con il semplice tocco delle labbra o delle mani (capacità che hanno anche le mamme e i papà), di costruire con minimi materiali, dei contesti gioco degni di Disneyworld e di far sì che all' interno della sezione si rispettino semplici regole di convivenza civile che a volte vengono dimenticate anche dagli adulti. Nelle forniture delle maestre sono presenti grandi quantità di fazzoletti dal molteplice utilizzo che non si limita al classico soffiaggio del naso, bensì possono diventare dei giochi fantasiosi, travestimenti, oggetti di consolazione e suzione.
Le maestre si esprimono sempre molto chiaramente e non smettono di parlare finchè non hanno la certezza di essersi spiegate bene, questo purtroppo si riflette anche nella relazione con gli adulti che potrebbero avere l'impressione di essere sottovalutati.
Di solito si è maestre fino al midollo, non c'è possibilità di scampo, si cerca di insegnare a tutti tutto ciò che si conosce, anche oltre la pensione.
Una maestra si porta sempre il lavoro a casa, non solo attività pratiche che non riesce a terminare a scuola, ma anche il pensiero e il dubbio di aver fatto tutto il possibile per ogni bambino, e in ogni luogo in cui si trova, osserva, progetta, ruba idee e raccoglie gli oggetti più disparati che possono servire di sicuro in sezione.
Ecco perchè  poi ha bisogno di tante vacanze!

Certe volte arrivi ad un livello di stanchezza e delusione tali da non volerne più sapere dei bambini, da desiderare di andare a coltivare le rape in Siberia per non sentire più capricci e urla. E quando ti accorgi di non avere più energie e che pur di non entrare in classe preferiresti fare l'esattore per Equitalia, loro ti stupiscono con un comportamento eccellente. Allora il gruppo si muove come uno stormo, con armonia e complicità e la giornata fila liscia tra faccette dall'aria angelica e modi di fare pieni di affetto. Il livello di carica risale a scatti come quello del cellulare attaccato alla presa, non si sa come, non si sa cosa abbia scatenato il salto di crescita. E' una comunicazione di "pelle", loro, sanno esattamente dove è situato il punto di rottura oltre il quale la maestra comincia a redigere la lettera di licenziamento...

Parlare tanto con i bambini (non solo per dare direttive e divieti) porta all'ascolto di conversazioni surreali, ricche di logica e fondamenti validi dal punto di vista delle loro conoscenze. Mettersi in ascolto diventa quindi utile per comprenderli e tenere la mente aperta a diversi funzionamenti ma sopratutto e' disarmante e molto, molto divertente!

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