mercoledì 28 settembre 2016

Ciao colleghe


Ammetto che sia stata solo mia

per quella inquieta voglia che mi assale

la decisione di lasciarvi, andare via

per mettermi sempre alla prova, dimostrare

(per quanto non sia priva di malinconia)

laddove nessuno sa se il mio nome "vale".

 Abbiamo vissuto tempi duri e di pazzia

 e fatiche da non poter dimenticare

 e superarli insieme è stata una magia

 ci ha fatto crescere, divertire, arrabbiare.

 Ho voglia di lasciarvi una poesia

 perché abbracci e sorrisi ancor vi posso dare

 e la certezza che dall'anima mia

 nessuno vi potrà mai cancellare.laddove nessuno sa se il mio nome "vale".
Abbiamo vissuto tempi duri e di pazzia
e fatiche da non poter dimenticare
e superarli insieme è stata una magia
ci ha fatto crescere, divertire, arrabbiare.
Ho voglia di lasciarvi una poesia
perchè abbracci e sorrisi ancor vi posso dare
e la certezza che dall'anima mia
nessuno vi potrà mai cancellare.
laddove nessuno sa se il mio nome "vale".
Abbiamo vissuto tempi duri e di pazzia
e fatiche da non poter dimenticare
e superarli insieme è stata una magia
ci ha fatto crescere, divertire, arrabbiare.
Ho voglia di lasciarvi una poesia
perchè abbracci e sorrisi ancor vi posso dare
e la certezza che dall'anima mia
nessuno vi potrà mai cancellare.

domenica 4 settembre 2016

Un vecchietto


C'è un vecchietto che si consuma lentamente, il suo corpo si riduce, il suo spirito è forte nella sua decisione di smettere di lottare.
Ogni tanto si distrae da questo proposito ed emerge la sua voglia di raccontare.
Chissà se è il suo corpo malato a suggerire la resa o è il suo spirito ad accelerare la consunzione. Si rifugia in brevi momenti di non-lucidità come a difendersi dalla vita o a trovare una giustificazione alla sua resa. Ha fatto di tutto in 85 anni, ha avuto tutto quello che voleva contando sulle sue forze, ha smesso di desiderare e di costruire.
Ora può solo raccogliere l'affetto di chi ha intorno.

Si sveglia di notte per andare a pagare le bollette o a lavorare e sa ridere di sé e dei suoi momenti bui.  Ha la bocca impastata e i suoi farfugli e deliri confondono ma non nascondono un grande babbo; è sempre lì, tra la pelle sottile e le ossa gelate con le sue imprecazioni e i sorrisi sdentati.
Di giorno non si capisce quello che dice e di notte ogni frase è più chiara come se la coscienza fosse più vicina al delirio nell'umidità dell'aria notturna.
E' nato in un epoca in cui non si usava manifestare l'affetto e non credo che avrebbe mai immaginato di ricevere tante carezze e cure come merita e come sta vivendo ora.
Come si fa a salutare un genitore?
Come si fa a lasciarlo andare?

Forse non puoi più raccontarci della tua vita incredibile allora potremmo farlo noi per te, babbo.