Martin Mystere sbarca in un'isola straordinaria e piena di "mysteri",
la Sardegna, per un'altra delle sue avventure che mescolano abilmente
fondamenti scientifici e fantasia.
Il mio giudizio è di parte naturalmente, non solo perché sono sarda ma
perché da sempre appassionata del "buon vecchio zio Marty".
Qui però è il giovane Martin che indaga tra le rocce nere e la terra rossa del Montiferru
che a dispetto dell'idea di luogo di vacanza arido e torrido ospita foreste da cui ci si potrebbe aspettare di veder spuntare qualsiasi creatura immaginaria o selvaggia o entrambe.
Le vignette sono realistiche come se il disegnatore l'avesse visto con i suoi occhi correre e arrampicarsi tra la macchia mediterranea. Tra le rocce millenarie
ed i profumi forti e pungenti che si intuiscono dalla forza dei colori, emergono poi i
giganti di Monte Prama; ritrovamento archeologico di questi ultimi anni che anziché confermare le varie teorie antropologiche fa sorgere nuove, ulteriori domande sullo sviluppo della cultura nuragica e del mysterioso popolo sardo.
Non vi racconterò l'avventura, che ho adorato perché mi ha riportato ai miti della
mia infanzia (che non è poi così lontana), perché credo che questo albo valga lo sforzo di andare a cercarlo in edicola; luogo magico che rischia di fare la stessa fine dei continenti scomparsi
a cui il mio eroe fa riferimento.
Quindi il rischio ed il pericolo maggiore da combattere è la conoscenza,
per il nemico di sempre che vuole mantenere gli stessi delicati
equilibri dei potenti di turno facendo di tutto per spegnere scintille di curiosità e consapevolezza facendo leva sull'arma di distruzione di massa più potente che esista: l'ignoranza.
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