sabato 10 aprile 2021

Sei rimasta giovane

 Strano e triste svegliarsi con quel senso di angoscia che lasciano i brutti sogni e rendersi conto che la tragedia è reale. 

Il primo treno è in ritardo, ho i piedi congelati dopo un quarto d'ora di attesa. Mamma, sto arrivando. il secondo treno è caldo e deserto, perfetto per attraversare questo lungo tunnel di nebbia padana. ho lasciato le ricette per le medicine del cane sul letto, così mio figlio non si confonde, ho un letto scrivania, anche il cane sta male in questi giorni.

Mio marito ha notato il bagaglio leggero; è un esercizio da fare per prepararsi al cammino di Santiago. pranziamo insieme fuori dalla stazione, il cameriere, visibilmente orientale ha un meraviglioso accento meneghino. Un ragazzo, sulla navetta per l'aeroporto, ha le scarpe bianchissime nonostante la pioggia, solo a Milano riescono ad avere questo stile. L'autista magrebino della navetta bestemmia ripetutamente, ma non capisco quale Dio. #forzamamma.

Dopo l'aereo un altro treno e arrivo subito da te, dalla mia mamma trasparente, sediamo vicino alla stufa, ha gli occhi profondi e curiosi, smette di mangiare un pezzo di mela perché non le va più, non ha più il suo appetito leggendario. Copre la mela con un tovagliolo, crede che possa bastare a conservarlo bene. I vicini sanno che sta male e cercano di ingolosirla; le mandano biscotti, caffè e saluti affettuosi.

Mia mamma sta in piedi per miracolo però ha steso di nuovo tutti i panni che avevo già steso io, scusa malattia, scansati un attimo che devo far vedere a questa pivella come si stendono i panni. L'unica cura possibile è l'amore. 

Ti abbraccio piano perché potresti romperti e riparto da sola chiedendoti di aspettarmi, a Pasqua. La ferrovia attraversa un Campidano verde scuro e acciaio, ricco di cardi, carciofi e altre verdure ferrose. Questo piccolo aeroporto non è mai stato così vuoto neanche quando era ancora in costruzione, sembra che arrivi da dentro  e si allarghi ovunque. Fare merenda con su guttiau davanti alla vetrina delle ceramiche di artigianato è una specie di "Colazione da Tiffany" in salsa sarda.

Ma tu non mi aspetti.

Certi dolori fanno ritornare bambini. Cercare ovunque di fare qualcosa di diverso dal piangere. La nostra ultima chiacchierata, tu che quasi ti scusavi di avere un tono di voce stanco, anziché il solito spirito allegro e battagliero, così simile a quello di babbo, affinato in mezzo secolo di vita insieme. 

Le tue domande sempre uguali, sempre riferite a "quel giovane", alla preoccupazione che si comportasse bene, che mi rendesse felice, perché ha proprio un'aria seria anche se è sempre divertente e pronto alla battuta e al sorriso. 

La raccomandazione di coprirmi bene, perché quassù c'è freddo, mica come da te, lì c'è sempre un bel sole, un vento che asciuga subito i panni e scuote la pianta di limoni, sul quale un anno ne avevi contati cento. Lo stesso vento che fa sibilare il tetto costruito da babbo, quando è andato in pensione. I tuoi saluti alle mie amiche, e ai loro figli, amici del mio, che hai conosciuto quando avevi giocato a fare la viaggiatrice esperta e stavi con noi qualche settimana e aspettavi che tornassimo da scuola, seduta nelle panchine del parco, che tu chiamavi: quel bel giardino grande, sotto casa.

La tua promessa di comprare nuovi pacchi di caffè, perché sarei arrivata presto, la tua "caffettera", mamma, sarai sempre con me, ogni volta che ne berrò uno.

2 commenti:

  1. Brava Valentina! Quando è il cuore a scrivere i sentimenti e le emozioni, non si sbaglia mai. Io ti ho conosciuta qui, casualmente, prima ancora di conoscere Moreno e mi fa piacere ritornare qui, a leggerti. Fausto Serra

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